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Il Gen. Riccardi nuovo Comandante del Reparto Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

"Il TPC è un modello di investigazione unico al mondo e che noi stiamo esportando". Trapela l'orgoglio dalle parole del Generale, a lungo responsabile nazionale per la comunicazione dell'Arma, prima di ricevere l'incarico.

"Prima di tutto è una banca dati enorme: un milione e duecentomila opere sulle quali investigare. Basti pensare che l’Interpol ne ha 50 mila. Poi c’è l’integrazione tra forze diverse: noi preveniamo e investighiamo sui reati contro il patrimonio per cielo, terra e mare. Ci appoggiamo, se serve, ai Ris di Parma, per esempio quando dobbiamo verificare l’autenticità di un dipinto dei primi del Novecento. Ingaggiamo esperti d’arte che a bordo di un elicottero sono in grado di riconoscere la presenza di un sito sepolto dal colore dell’erba che ci è cresciuta sopra. E infine ci sono cinquant’anni di esperienza che l’Arma non ha mai voluto disperdere, anzi. Dal 1969, anno della sua fondazione, il Tpc non ha mai smesso di aggiornarsi, soprattutto sul piano tecnologico. E oggi questo modello viene impiegato in altre parti del mondo».

Ma non bisogna solo pensare ai grandi capolavori dell'arte: "I grandi capolavori - osserva Riccardi - sono un patrimonio per il mondo intero, ma è altrettanto importante, per esempio, per la piccola comunità che fa riferimento a una parrocchia il vedersi riportare in chiesa un crocifisso di legno trafugato e davanti al quale ogni fedele ha pregato chiedendo le cose più importanti per la sua vita, per la salute di una persona cara, di un familiare. Per un investigatore non c’è cosa più bella della felicità di un fedele che vede tornare a casa un’opera che per lui, al di là di quello artistico, storico, economico, ha un valore affettivo immenso".

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